A distanza di 50 anni dal rapporto dell’“Ad Hoc Commettee“ dell’ Harvard Medical School, che nel 1968 propose per la prima volta di affiancare la morte cerebrale al tradizionale criterio cardio-polmonare, filosofi come Hans Jonas espressero dure riserve sulle nuove procedure di prelievo degli organi paragonandole alla vivisezione. Il rapporto, frutto di un lavoro rigoroso e congiunto di medici, scienziati, uomini di legge e teologi, stabiliva una nuova concezione di morte che non si identificava più con l’arresto dell’attività cardiaca, bensì con l’elettroencefalogramma piatto, vale a dire con la morte cerebrale. Un grande passo in avanti che, negli ultimi decenni, ha permesso di salvare da morte certa milioni di persone in tutto il mondo grazie al trapianto di organi e tessuti. Vale la pena ricordare che, grazie alla donazione d’organi, in tutto il mondo negli ultimi 60 anni sono stati eseguiti oltre 700.000 trapianti di rene ( in Italia dal1992 a fine 2017 ne sono stati effettuati circa 40.000), circa 150.000 trapianti di fegato, 80.000 di cuore e decine di migliaia fra trapianti di polmone, di pancreas e di rene e pancreas insieme. Organi donati a persone che altrimenti sarebbero morte o sopravvissute malamente in dialisi (che significa: 4 ore al giorno, 3 giorni alla settimana, 4 settimane al mese, 12 mesi all’anno!).
Nel nostro Paese, al dicembre 2017, le persone in lista d’attesa per ricevere un trapianto d’organo erano 8743; la maggior parte di queste (il 73%) aspetta un rene e chi ha la fortuna o la buona sorte di ricevere l’organo al momento giusto, torna a vivere. I trapiantati lavorano, viaggiano, fanno sport. I soggetti in età fertile possono avere figli, le giovani donne trapiantate possono portare a termine una gravidanza. E’ la vita che continua e, con le attuali terapie antirigetto e quelle miranti ad indurre tolleranza nell’organismo ricevente, ci sono buone speranze che un trapianto possa durare per sempre. Ecco dunque che la cultura della donazione diventa fondamentale in un Paese civile.
Seminario organizzato da UGIS e Fast d’intesa con OdG- Ordine giornalisti della Lombardia nell’ambito del ciclo di incontri “Salute in Comune”. Con la collaborazione di: Comune di Brescia, Fondazione Brunelli Onlus, Università degli Studi di Brescia, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus, Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Brescia, Ordine dei Farmacisti della Provincia di Brescia, Brescia Mobilità.
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