Le risorse del pianeta (quali le fonti energetiche non rinnovabili e le materie prime) non sono infinte; il modello economico di tipo lineare, con lo smaltimento del bene a fine vita, crea pesanti conseguenze in termini ambientali. Perciò le economie più evolute stanno sviluppando tecnologie che favoriscano il reimpiego e il riciclo dei materiali non più utilizzabili. Dunque, si allarga il modello di “economia circolare”, in cui tutte le attività sono gestite in modo che i rifiuti diventino risorse per gli stessi produttori o per altri.

Anche le aziende del settore della fonderia, da sempre impegnate nel riutilizzo di materiali ferrosi e non ferrosi, stanno perseguendo da qualche anno l’obiettivo “zero rifiuti” mediante la razionalizzazione dei processi e la ricerca di soluzioni che consentano il reimpiego della maggior parte degli scarti delle varie fasi del ciclo produttivo: dalle scorie di fusione alle terre di formatura esauste, ai residui dei processi di depurazione delle emissioni.

Il seminario, organizzato da UGIS e Fast d’intesa con OdG-Ordine regionale giornalisti della Lombardia e con la collaborazione di Assofond, ha spiegato in particolare le strategie del comparto per trasformare la linearità dei sistemi produttivi in circolarità; accenna pure al sostegno offerto dalle associazioni imprenditoriali (Confindustria e federate); ma soprattutto agli orientamenti della politica industriale italiana ed europea, per raggiungere tale ambizioso traguardo.

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