Alle elementari, sotto il Fascio, non ha fatto religione ed è morta a 91 anni come icona dell’anticonformismo laico, severa critica delle nostre ipocrisie e per questo tanto amata.
Ripercorrendo tra memoria privata e pubblica i momenti chiave degli ultimi settant’anni di storia sociale italiana, dal Concordato del ’29, alla stagione dei diritti degli anni Settanta, al tema spinoso del fine vita con i casi Welby ed Englaro, Margherita Hack ci lascia questo suo ultimo pamphlet sulle libertà individuali, su cosa significhi essere laico e sulle eredità spesso taciute che ancora pesano sulle istituzioni e impediscono un dibattito veramente libero sui temi che ci toccano in prima persona. Fecondazione assistita e testamento biologico, aborto e unioni civili, libera ricerca scientifica e multiculturalismo, sono le questioni care alla Hack e sulle quali il dibattito nel nostro Paese è pesantemente condizionato dalla presenza della Chiesa cattolica.
La società di domani dipenderà da come i giovani sapranno affrontare tali questioni. È a loro, quindi, che la Hack racconta chi eravamo e quali sfide ci attendono, avendo sempre come guida la nostra Costituzione, affinché gli italiani che verranno non si adagino sui diritti acquisiti e siano più liberi dei loro padri.
Baldini&Castoldi, Milano, 160 pagine