Press Tour UGIS – 9 e 10 maggio 2024
di Emiliano Ricci
Quando si pensa a Firenze, la mente corre inevitabilmente verso la magnificenza artistica del Rinascimento, con i capolavori di Michelangelo, Botticelli e Leonardo da Vinci. Tuttavia, questa città non è solo un tempio dell’arte, ma anche una culla della scienza e della tecnologia. Fin dal Medioevo, infatti, Firenze ha rappresentato un centro di innovazione scientifica, un luogo dove pensatori audaci hanno sfidato le conoscenze consolidate per aprire nuovi orizzonti del sapere, come dimostra uno dei simboli della città, la celebre Cupola progettata da Filippo Brunelleschi.
Già nel XIII secolo, i banchi fiorentini di cambio e le attività mercantili hanno stimolato lo sviluppo di competenze matematiche e statistiche avanzate. Intanto, l’Arte della Lana e l’Arte della Seta, potenti corporazioni cittadine, promuovevano tecniche di produzione che richiedevano una comprensione sofisticata dei processi chimici e fisici.
Durante il Rinascimento, Firenze divenne il palcoscenico di un rinnovamento scientifico parallelo al rinascimento artistico. Leonardo da Vinci, emblema del pensiero rinascimentale, ha incarnato questa fusione di arte e scienza. Le sue indagini in anatomia, ingegneria e ottica non erano solo teorie speculative, ma riflettevano un metodo sperimentale che prefigurava la moderna scienza empirica. Ma fu soprattutto Galileo Galilei, forse il più famoso scienziato fiorentino, a consolidare ulteriormente la reputazione della città come epicentro della scienza.
Nato a Pisa, ma attivo prima a Padova, infine a Firenze, Galileo ha rivoluzionato la fisica e l’astronomia, introducendo il metodo scientifico basato sull’osservazione e l’esperimento. Il suo lavoro presso la corte dei Medici suscitò profondo interesse in scienziati e intellettuali da tutta Europa, trasformando Firenze in un importante centro di studi scientifici. Proprio attorno alla figura di Galileo e al suo fondamentale ruolo di iniziatore della scienza moderna è ruotata l’iniziativa che ha portato alcuni soci dell’Unione Giornalisti Italiani Scientifici, fra cui il presidente Giovanni Caprara, a Firenze, il 9 e 10 maggio scorsi, proprio in visita in alcuni dei principali luoghi scientifici del capoluogo toscano.
La prima sosta, la mattina del 9, non poteva che essere quella del Museo Galileo, precedentemente conosciuto come Istituto e Museo di Storia della Scienza (che ora è il suo secondo nome), la principale e fondamentale testimonianza della ricca eredità scientifica di Firenze. Situato vicino agli Uffizi, questo museo ospita una straordinaria collezione di strumenti scientifici che coprono secoli di storia. Tra i pezzi più preziosi ci sono i telescopi originali di Galileo e molte altre sue invenzioni, come il compasso geometrico militare, che offrono un affascinante sguardo sulle origini della scienza moderna. Ma l’Istituto si occupa anche di ricerca nell’ambito della storia della scienza e collabora a numerosi progetti di rilevanza internazionale. Lo stesso Museo Galileo ha contribuito all’organizzazione e alla realizzazione della visita dell’UGIS a Firenze.
Nel pomeriggio, è stata la volta di una visita guidata alla mostra “Donne del cielo: da muse a scienziate”, allestita presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. L’esposizione, che attinge al vasto patrimonio della biblioteca per esporre opere scientifiche, letterarie e cartografiche, presenta un percorso dedicato al ruolo delle donne nella ricerca astronomica e alle raffigurazioni femminili più ricorrenti nelle rappresentazioni del cosmo dal Rinascimento al primo Novecento.
Il giorno successivo si è aperto con la visita alla Specola, una delle sedi del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, celebre soprattutto per la sua collezione di cere anatomiche, una delle più grandi e dettagliate al mondo.
Questi modelli furono creati fra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento e rappresentano con straordinaria precisione le diverse parti del corpo umano. Le cere erano utilizzate a scopo didattico, per insegnare anatomia evitando la dissezione dei cadaveri. Le cere non solo servivano come strumenti educativi, ma sono anche opere d’arte che dimostrano la maestria degli artigiani dell’epoca.
Fondato nel 1775 dal Granduca Pietro Leopoldo di Toscana come Reale Museo di fisica e storia naturale (il più antico museo scientifico d’Europa), la Specola è così chiamata perché sulla sommità dell’edificio si trova il cosiddetto “Torrino astronomico”, il primo osservatorio astronomico della città, che ancora oggi ospita alcuni strumenti astronomici e dalle cui finestre si gode della vista di uno splendido panorama a 360° su Firenze e sulle colline circostanti.
Un secolo dopo, l’espandersi della città costrinse gli astronomi a spostarsi sul vicino colle di Arcetri, dove ora si trova l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Il colle venne scelto anche perché lì si trova la villa – nota come “Il Gioiello” – che ospitò Galileo negli ultimi anni della sua vita, dal 1631 al 1642, mentre si trovava agli arresti domiciliari a causa della condanna per eresia e la conseguente abiura. Qui Galileo visse in relativo isolamento, ma continuò a lavorare e a corrispondere con altri scienziati. Oggi, Villa Galileo è gestita dall’Università di Firenze, e ospita convegni scientifici, incontri e mostre di vario genere, anche artistiche, ma di ispirazione scientifica, come quella di Daniela De Paulis, “Il senso delle stelle”, una raccolta di installazioni multimediali a tema astronomico in esposizione nei giorni della visita.
L’ultima tappa, scendendo nuovamente a valle, è stata la Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze. Fondata nel 1987, gestisce un museo che ospita una vasta collezione di strumenti scientifici storici, molti dei quali ereditati dall’Istituto Tecnico Toscano, fondato nel 1850 per iniziativa del Granduca Leopoldo II di Toscana per rispondere all’esigenza di fornire una formazione tecnica avanzata e pratica, in grado di preparare giovani capaci di contribuire all’industrializzazione e all’innovazione della regione. L’istituto disponeva di laboratori ben attrezzati, biblioteche e collezioni scientifiche, che erano all’avanguardia per l’epoca e che ora sono visitabili. Il museo espone strumenti di fisica, chimica, ingegneria e altre discipline, offrendo ai visitatori uno sguardo affascinante sullo sviluppo delle scienze applicate nel corso dei secoli. Non solo. Perché una delle sale della Fondazione ospita il Planetario di Firenze, un luogo affascinante dove i visitatori possono esplorare l’universo. Il planetario – attualmente dotato di un proiettore digitale – offre spettacoli e programmi educativi che coprono una vasta gamma di temi astronomici, permettendo ai visitatori di comprendere meglio i misteri del cosmo attraverso esperienze immersive e coinvolgenti.
I due giorni di visita dell’UGIS hanno dimostrato che Firenze, con la sua incomparabile eredità artistica, è anche un faro nella storia della scienza. Con istituzioni come il Museo Galileo, la Fondazione Scienza e Tecnica con il suo planetario, la Specola, Firenze offre un panorama scientifico ricco e diversificato. Una dimensione scientifica, spesso meno celebrata e purtroppo meno conosciuta, che arricchisce ulteriormente il patrimonio di una città che ha influenzato profondamente non solo l’arte e la cultura, ma anche il progresso scientifico e tecnologico.