Sono tre i vincitori, nella categoria “Giornalismo d’inchiesta” (la categoria principale), della decima edizione del Premio Simona Cigana: Emilio Vitaliano (per l’articolo “Cambiare il mondo insegnando la scienza”), Giorgio Simonetti (per l’articolo “Inquinamento, pesanti sospetti sui cementifici) e Luana De Francisco (per l’articolo “Una rete di estorsioni, ricatti e minacce. Così la camorra è riuscita a insediarsi in Friuli”).

Tre riconoscimenti assegnati durante la cerimonia conclusiva di quello che è un concorso giornalistico Nazionale, Annuale, Multimediale, Multilingue organizzato dal circolo della stampa di Pordenone e che ricorda Simona Cigana, giovane cronista scomparsa prematuramente nel 2007. Il premio, ormai una realtà consolidata nel suo ambito come testimoniano i tanti partecipanti, quest’anno è stato impreziosito dalla presenza di Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Verna, durante il suo intervento, ha evidenziato la forte crisi nel mondo del giornalismo, fornendo cifre su cui bisogna riflettere per rilanciare un mestiere fondamentale per la democrazia.

Oltre a varie segnalazioni, sono stati conferiti i riconoscimenti nelle altre categorie previste dal premio. Nella sezione giornalismo sociale/infortuni sul lavoro, ha vinto Luisa Pozzar (con l’articolo “Amianto, si muore in silenzio”), nella sezione giornalismo Turistico Avianese, ha vinto Sigfrido Cescut (con l’articolo “La troupe del regista Matanic da Cannes a Piancavallo per girare le scene di Alba”), nella sezione giornalismo Turistico Pedemontana, ha vinto Lorenzo Padovan (con l’articolo “Riparte il treno friulano da 55 milioni”), nella sezione giornalismo Economia/Artigianato, ha ottenuto il secondo posto Elisa Marini (con l’articolo “La fisarmonica di Leonardo torna a casa”) mentre il primo è andato a Monika Pascolo (con l’articolo “Da un secchio di rape l’idea che ha rinnovato la produzione di bótti”), nella sezione giornalismo sportivo, Matteo Femia si è aggiudicato il secondo posto (con l’articolo “Cozuh e Cerne capitani sloveni, icone del calcio senza confini” ) e Melania Lunazzi il primo (con l’articolo “Notti in equilibrio”).

Tutti i vincitori hanno ricevuto un diploma da parte della giuria del premio e un assegno (di importo variabile in funzione della categoria e del posizionamento).