Paragonabili all’embricazione tra analogico e digitale nella tecnologia informatica, queste due modalità, discreta e continua, sono riconducibili a una «qualità sensoriale primaria» che risponde al numero come agli altri stimoli visivi o acustici. In altre parole, ci sono nel cervello neuroni selettivamente sensibili alla numerosità degli oggetti a prescindere dalla loro grandezza, forma o posizione, e responsabili di un «senso del numero» analogo a quello dello spazio e del tempo. Dispiegando varie prove sperimentali che vanno dall’analisi del comportamento fino a quella dell’attività dei singoli neuroni, gli autori da un lato mostrano l’esistenza di innate capacità matematiche in un ventaglio sorprendentemente ampio di specie, e dall’altro, sul versante specificamente umano, ricostruiscono il passaggio storico-culturale che ha portato Homo sapiens all’elaborazione dei numeri astratti in parallelo a quella delle lettere dell’alfabeto: un «salto simbolico» utile in principio solo a una più efficace gestione degli scambi commerciali, ma destinato a generare le vertiginose complessità formali e concettuali della matematica contemporanea.
Biblioteca Scientifica Adelphi
2014, pp. 191, 45 illustrazioni a colori e in b.n. nel testo