‘Il cancro uccide perché gli lasciamo il tempo di farlo’ – ha pensato la giovane ed appassionata dottoressa Patrizia Paterlini-Brechot agli inizi della sua carriera, quando, sconvolta dalle reazioni di quello che lei chiama ‘paziente zero’, (e da qualche eccesso ormai definito come accanimento terapeutico), ha preso dentro di sé la decisione di dedicare la propria vita a mettere fuori gioco il serial killer più importante della medicina dei nostri tempi.
Un serial killer che non solo si accanisce sul corpo di donne e uomini, ma ne disgrega anche l’anima, e che, come tutti i perversi, sa nascondersi, farsi dimenticare per poi ricomparire sotto falsa identità e tratti modificati, ma sempre letali.
Il suo libro ‘Uccidere il cancro’ ‘ Mondadori editore, pp 227, 17,90 euro, è non solo appassionante come un giallo, ma anche utile a tutti quelli che vogliano capire, in modo umano e da profani, che cos’è la biologia molecolare e perché il metodo proposto non va contrastato.
Nata e cresciuta nei pressi di Modena, a Castelnovo di sotto in Emilia Romagna, nell’ottobre del 2014 ha potuto dopo anni di lavoro intensissimo, mettere finalmente a punto un test che consiste nel filtrare il sangue per estrarre e identificare eventuali cellule cancerose circolanti ( CCC), fattibile nella pratica tramite un semplice prelievo di sangue, cosa che è meno dolorosa, costosa e complicata che non il fatto di ricorrere a una biopsia o alla chirurgia, come avviene ora con i tumori solidi. Senza contare l’enorme vantaggio di arrivare prima e in tempo.
Il test si chiama ISET, dal nome della mummia che, da giovane donna, è stata moglie di Ramsete II°, ed è ormai stato sperimentato in varie parti del mondo da più laboratori anche indipendenti, anche se la principale sperimentazione è avvenuta a Nizza ( su grandi fumatori colpiti da broncopatia ostruttiva) e a Parigi ( tumori epatici, virus dell’epatite B). Solo in Francia, le équipe universitarie coordinate per lo studio di circa 1000 pazienti a rischio di tumore al polmone sono state oltre 20. Altri studi hanno riguardato i tumori al seno e allo stomaco.
Va da sé che la diagnosi precoce è fondamentale nella lotta ai tumori, molti dei quali e i meno curabili, come quelli al polmone e al pancreas, restano silenti troppo a lungo per poter essere combattuti efficacemente con altri metodi, quando hanno ormai prodotto metastasi diffuse in altri organi del corpo. Gli studi di biologia molecolare faranno anche capire che di tratta di tumori che diffondono cellule cancerose nel sangue, ovvero cellule invasive, molto precocemente, a differenza di altri tipi di tumori.
Può essere interessante sapere che, studiando i virus iniettati nei polli, i ricercatori hanno scoperto che ci sono virus oncogeni rapidi (pochi giorni) o lenti (alcuni mesi) e che non tutti i virus presunti oncogeni provocano tumori. Come mai? Si è dovuto studiare il DNA di ogni singolo virus e si è scoperto che le differenze erano… ‘infime’: solo una piccolissima particella di gene. Studiando per primi i virus rapidi, per esempio, si è scoperto che il gene mutato portato dal virus non proveniva da quest’ultimo ma dalle cellule eucariote (cioè dotate di DNA provvisto di nucleo, cosa che i virus non hanno), in cui il virus era penetrato… Insomma, il virus entra nella cellula, inserisce il suo DNA ‘disordinato’ cioè non nucleato, nell’ordinato DNA della cellula e la costringe a lavorare per lui attivando il gene che controlla la proliferazione. A questo punto la cellula diventa come un’auto a cui hanno manomesso il freno…
Il libro consta di oltre 200 pagine e ci sono parecchie spiegazioni appassionanti di questo tipo, che per brevità non riporterò. Cercherò solo di sintetizzare alcune della cose più importanti.
Come è fatta una cellula
La cellula è costituita da molecole, la molecola più importante è il DNA contenuto del suo nucleo.
Il corpo umano è composto in media da circa 30miliardi di cellule, ognuna dotata di un nucleo, che a sua volta contiene i cromosomi. I cromosomi sono 46, disposti in 23 coppie, metà di origine materna e metà paterna: ecco che in questo caso la natura stessa stabilisce un’eguaglianza di base. Dentro questi cromosomi ci sono circa 25 mila geni, o pezzetti di informazione, che se fossero messi tutti in fila, invece di essere arrotolati nella caratteristica elica, raggiungerebbero i due metri di lunghezza.
Tutte le cellule del corpo umano hanno il loro DNA, ma a seconda dell’organo cui appartengono (es. fegato, reni, polmoni, cuore ecc.) lo utilizzano diversamente.
Dentro la cellula poi si fanno vari mestieri, con le proteine nel ruolo di operai: l’emoglobina, per esempio, è la proteina che serve a trasportare l’ossigeno nel sangue, ma altre proteine attivano e disattivano geni, tagliano (gli enzimi sono proteine), catalizzano, fanno crescere e decrescere… La buona salute di un organo dipende dunque dall’armonia e coordinamento che vi regnano: se una cellula prolifera senza più freni, può iniziare a formarsi una massa cancerosa.
Negli esseri umani in genere il cancro si sviluppa lentamente: anche quando si usa il termine ‘cancro fulminante’ si tratta in realtà di un tumore non individuato per tempo e che si è metastatizzato. Perciò i tumori non sono né invincibili né onnipotenti, basterebbe individuarli in tempo per ridurre drasticamente sia mortalità che costi umani e materiali delle cure.
Questo semplice test del sangue permette di farlo in modo più rapido e indolore dei metodi in uso adesso, e perciò è un enorme passo in avanti.
C’è uno stadio in cui il tumore è definito invasivo, perché capace di diffondere cellule tumorali nel sangue. Invasivo ma non metastatico: non è ancora riuscito a colonizzare un nuovo organo per insediarvi un altro tumore. Ed è in questa fase che si può – diciamo così – acchiappare e rendere innocuo, o limitarne al massimo i danni. Non bisogna dimenticare che le cellule tumorali, una volta entrate nel sangue, si trovano in un ambiente ostile, e gli ci vuole parecchio tempo prima di mimetizzarsi e rinforzarsi.
La filtrazione verticale delle cellule cancerose è resa possibile anche dal fatto che le cellule del sangue sono le più piccole dell’organismo, mentre le cellule tumorali, come anche quelle rilasciate dai vari organi nel flusso sanguigno, sono circa il doppio. Ma siamo sempre nell’ordine dei micron, e occorre una grande abilità tecnica. Le cellule vengono poi colorate, per aiutare l’analisi al microscopio in modo da stabilirne la natura, se tumorale o meno.
Alcune fondamentali questioni economiche
Uno studio americano del Consiglio Nazionale della Ricerca Economica (National Bureau of economic research) nel 2015, ha mostrato come il prezzo di un trattamento anticancro è aumentato ogni anno del 10% tra il 1995 e il 2013: al momento, solo per ottenere qualche mese di sopravvivenza in più, si possono spendere anche 10mila euro al mese di trattamento.
Il punto debole anche dei nuovi farmaci ‘mirati’ (ovvero per uccidere selettivamente le cellule tumorali senza ammazzare anche quelle sane), è appunto che le cellule tumorali tendono a mutare, sfuggendo anche alle nuove terapie. Scrive la Paterlini: “L’appetito di successo, di potere scientifico e di denaro dà luogo a volte a comportamenti più che spregiudicati…l’attrattiva del lucro non risparmia neppure il settore dei trattamenti anticancro. Tra il 2010 e il 2015 sono stati immessi sul mercato 70 nuovi farmaci anticancro, mentre negli ultimi dieci anni il prezzo dei farmaci è raddoppiato sebbene l’esplosione dei prezzi non sia giustificata dall’efficacia dei prodotti.”
Considerato che una persona su tre è destinata a ammalarsi di qualche tipo di tumore e che siamo, sulla terra, circa 7 miliardi, si può immaginare l’entità del mercato del settore. Si prevede che nel 2020 le spese mondiali raggiungeranno i 150 miliardi di dollari.
Marcia Angell, che per 15 anni ha diretto il “New England Journal of Medicine”, si è dimessa nel 2005 per protesta contro le ingerenze dell’industria farmaceutica e biomedica, mettendo in luce gli enormi conflitti di interesse esistenti in seno al sistema. Da allora purtroppo la situazione non è migliorata. Anzi,..
Scrive ancora la Paterlini, con grande coraggio bisogna dire, e senza timore di rischiare il Nobel “Ho sentito alcuni industriali e anche alcuni esperti di fondi di investimento spiegare che, in definitiva, la qualità di un farmaco o di un test non è la cosa più importante per la sua diffusione commerciale. Non mancano esempi di buoni prodotti accantonati in quanto ‘superati’ da altri meno buoni e più costosi imposti con un’abile strategia di marketing”.
La concorrenza è spietata e il prodotto concorrente al test ISET (sponsorizzato da una, penso un tempo potente, multinazionale) al fine di individuare cellule tumorali nel sangue col metodo degli anticorpi produce falsi negativi e falsi positivi…nonostante l’impiego di molti più fondi e ricercatori.
Come al solito a far da cavie sono le donne, considerate più mansuete e meno importanti: la multinazionale, che era debuttata in borsa con una valorizzazione iniziale di 176 milioni di dollari, aveva anche finanziato un ampio studio su donne con metastasi al seno (questo genere di studi costa meno perché di durata più breve), ma è poi crollata in borsa ed è stata riacquistata a prezzi molto più bassi da una filiale della multinazionale di riferimento.
Il suo test ‘cell search’ più volte riproposto continua tuttavia ad essere inefficace…mentre il test ISET funziona ed è stato oggetto di più di 50 pubblicazioni scientifiche indipendenti, cioè non finanziate dall’industria. Anche se sembra una pulce rispetto a un elefante… ed è stato oggetto di tentativi di sabotaggio e anche di furto, come raccontato efficacemente nel libro.
La storia di Giovanna
Era una giovane (34 anni) ricercatrice del gruppo della Paterlini: perciò, per mandare avanti gli esperimenti di filtrazione del sangue, (hanno testato oltre 800 metodi diversi), essa stessa, come tutti gli altri ricercatori, e a volte ricercatori di altre équipes, ha prelevato il proprio sangue a più riprese per fare i test. Un giorno dà alla dottoressa sua amica e ‘capo’ una notizia terribile: le hanno diagnosticato un cancro al colon con metastasi al fegato. Per giorni Patrizia, sconvolta, riesamina tutti gli esperimenti fatti dall’amica: come aveva potuto il tumore sfuggire alla ricerca? Per una circostanza casuale e crudele, che sembra un tragico scherzo del destino, il sangue della ricercatrice era sempre stato mescolato, prima della filtrazione, con cellule tumorali coltivate. Le sue cellule malate si sono dunque confuse con quelle che erano state aggiunte al sangue a fini di studio. Del resto, come potevano immaginare che una donna così giovane fosse malata? Giovanna ha continuato fino all’ultimo a lavorare in laboratorio, dopo aver strappato all’amica e collega la promessa di non parlare mai agli altri della sua situazione… ed ora, afferma Patrizia in pagine commoventi, l’amica vive in lei e nella sua determinazione a vincere la lotta ai tumori.
Vi ricordate del pap test?
Il pap test ha salvato più vite femminili di tutti i farmaci a 100mila dollari l’anno messi assieme. Ma il medico greco che lo aveva ideato, dopo essere approdato a New York nel 1913, Georgios Papanicolau, è stato a lungo osteggiato e anche deriso prima di riuscire a imporre uno dei test a tuttoggi più efficaci mai ideati dalla medicina…Ciò che ha realizzato la Paterlini con i suoi collaboratori si basa sulle medesime premesse, però riguarda tutti i tipi di cancro. E impiega come supporto il più semplice degli esami: un facile prelievo di sangue.
Il metodo ISET consente anche di isolare dal sangue delle donne incinte le rarissime cellule fetali circolanti, che contengono il DNA del feto e non quello materno e permettono di diagnosticare tutte le potenziali malattie genetiche senza ricorrere all’amniocentesi o alla biopsia dei villi coriali. Ma gli sforzi per sviluppare anche questo test sanguigno sono stati pesantemente intralciati.
Chi si volesse prendere la briga di leggere il libro, invece di parlare per sentito dire o tramite gli influenzatori di rete, capirà da solo, meglio di questa per forze di cose breve recensione, sia che cos’è la biologia molecolare, sia il gioco degli interessi che stanno dietro all’enorme mercato dei farmaci, sia perché il test di cui si parla è efficace e senza dubbio una svolta epocale nella cura dei tumori.
Valeria Fieramonte