C’è chi progetta di sviluppare una fotosintesi artificiale. Qualcosa di molto più costoso e molto meno efficiente di ciò che già fanno gli alberi, ma che purtroppo potrebbe rendersi necessaria in caso di emergenza climatica, dato che le probabilità che si faccia troppo poco sono quasi certezza. Di questo ha parlato Bruno Robert, fisico, 58 anni, dell’istituto di biologia di Gif sur Ivette, una cittadina vicino a Parigi, al Festival della Scienza di Genova.
Certo per fortuna nessuno progetta di coprire la terra di foglie sintetiche (orrore) in fondo bastano i pannelli solari, la cui efficienza ha raggiunto il 25%, anche se potrebbe essere potenziata se solo si studiasse un po’ di più l’argomento. L’aumento dell’efficienza dei pannelli significa riduzione della superficie degli stessi: ormai, con un ‘efficienza anche solo del 25%, basterebbero i tetti, che dire, delle serre, dei capannoni, o dei supermecati …
L’ ultimo mantra di chi vuol guadagnare molto sono i fotocatalizzatori, e Bruno Robert è molto ottimista da questo punto di vista. Ecco la sintesi di ciò che ha detto: “Nel 2001 al mondo servivano 10 teraWatt di energia ( di cui 5 tratti dal petrolio); nel 2050, quando la terra avrà 11 miliardi di abitanti, si prevede che ne serviranno 40,4 volte più di adesso”. Aumenterà dunque il consumo di gas petrolio e carbone, tutte sostanze cliamalteranti e più o meno fortemente inquinanti.
Dei 7 miliardi e passa che siamo oggi sulla terra, un miliardo di persone non ha accesso, o ha un accesso limitatissimo, all’energia. Dunque l’aumento del consumo di energia inquinante verrà soprattutto dal cosiddetto terzo mondo, alias paesi in via di sviluppo. Robert spezza a questo punto una lancia per educare le donne al controllo della natalità, forse perchè non sa che se fossero le donne a decidere quanti figli fare, e non chi le violenta e impone loro uno spropositato numero di figli, il problema della sovrappolazione si risolverebbe in modo naturale.
Preso atto che a Mauna Loa, un posto in mezzo all’Oceano Pacifico, lontanissimo dai luoghi più inquinanti, l’inquinamento da CO2 ormai passa stabilmente le 400 parti per milione (ppm), gli esperti prevedono che nei prossimi anni la cifra possa aumentare anche di 10 volte: che ne sara’ dei poveri abitanti di Pechino e in subordine della Pianura Padana (nda)? Considerato che il tasso di CO2 nell’aria è il più alto da oltre 500mila anni, e se ne vedono le conseguenze in modo facile anche dal ritiro dei ghiacciai più veloce del previsto, c’è ancora chi si chiede ‘ should we argue about it?’ ( dovremmo forse preoccuparci?). Sono in parecchi, in tutto il mondo, con l’inglese diventato ormai una lingua sovranazionale, a coltivare l’illusione che non sia il caso di preoccuparsi più di tanto.
Robert prosegue parlando dello shale gas: “Nei luoghi dove lo producono – dice – bruciano così tanto materiale che l’intera zona è luminosa come una città di 5 milioni di abitanti…sono le fiamme che provengono dai giacimenti di scisto. Si prevede dunque che si potrà arrivare anche a 850 parti per milione di CO2 prima che la situazione sia più sotto controllo”.
Come è noto, l’elettricità si può ricavare anche con il vento, l’idroelettrico, il geotermico, l’oceano, ma il modo più pratico è senza dubbio il solare: il sole ha 600 Terawatt di potenziale, dieci minuti di energia solare che raggiungono la terra sono eguali a tutta l’energia di cui gli uomini avranno bisogno nel 2050, e se la resa dei pannelli aumentasse, l’occupazione di spazio sarebbe anche molto ridotta. Per quanto riguarda invece il geotermico, la zona dell’Italia dove se ne fa più uso è Ferrara, dove 30 km di geotermia servono il 60% della città. I paesi dove si fa più uso di questa tecnica sono la Germania e la Svezia, dove ormai le caldaie a gas sono quasi scomparse. Ma anche l’Islanda, dove le pompe di calore si usano anche in serre che producono per l’intero fabbisogno alimentare degli isolani, e in molti luoghi degli USA e della Cina.
Ne hanno parlato Massimo Ranaldi e Nicola Pagliuca, per l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). “Prevediamo che il potenziale elettrico geotermico nei prossimi 15 anni raddoppierà: oggi l’energia elettrica costa 0,18 cent al kWh, mentre il metano 0,65 cent al metrocubo. E si prevede che il greggio nel 2030 costerà 250 dollari a barile.” Va da sé che costa comunque di più del fotovoltaico, almeno alle nostre latitudini.
Infine, sul clima:
è noto che a Parigi in dicembre ci sarà la COP 21, ovvero la ventunesima conferenza mondiale sui cambiamenti climatici. C’è grande attesa da ogni parte del pianeta perchè dovrebbe finalmente esserci una svolta a favore delle rinnovabili: come è noto nel 1997 ci fu il protocollo di Kyoto e 122 nazioni decisero di ridurre la CO2. Il protocollo entrò però in vigore nel 2005, quando fu ratificato anche dai Russi, e nel 2012 era già scaduto. Nel settembre del 2013 ci fu il VI rapporto IPCC ( International panel Climate Change) sul clima e ora è saltata fuori una bozza di accordo (è la prima volta che succede) che dovrebbe essere discussa e ratificata da quasi tutti a Parigi.
I governi non possono permettersi di fare di nuovo cilecca: la brutta figura sarebbe eccessiva e purtroppo anche drammatica per il pianeta. Anche se i governi hanno dalla loro una diffusa ignoranza di massa su questi argomenti, la stessa che ha permesso di fare, ancora oggi! delle auto truccate per inquinare di più.
Il primo uomo che si è accorto che modificando le piante si modificava il clima fu Stephen Hales ( 1677-1761). Capì che modificare la copertura arborea era fondamentale per cambiare la piovosità. Prima di allora nessuno aveva mai pensato di collegare gli alberi alle piogge…e anche adesso non sembra che i più se ne rendano conto. Tagliare alberi significa dunque desertificare e ridurre la quantità di acqua a nostra disposizione, anche se nel frattempo dovessero sciogliersi i ghacciai dei poli. Anche quando costruiamo una casa operiamo un piccolo cambiamento climatico, ogni cambiamento è velocizzato dalle attività umane, mentre le piante non si adattano in fretta, hanno bisogno di maggiore tempo.
Ora, che cos’è il clima?
E’ l’insieme delle interazioni che avvengono tra atmosfera, idrosfera, biosfera, antroposfera, criosfera e litosfera, dunque qualcosa di complicato e complesso. Gli scambi vengono misurati attraverso la temperatura la pioggia il vento e le correnti marine.
Da dove viene l’energia?
Dalle stelle come radiazione elettromagnetica e principalmente dal sole, i cui ‘raggi’ sparano un’energia a base di fotoni di 342 Watt al metroquadro, come media globale. L’energia che arriva sulla terra viene in parte assorbita e in parte riflessa, cioè deve in media riuscire dal sistema terra. All’uscita ha un’energia un po’ minore, che si esprime in calore, ovvero in raggi infrarossi. Se gli infrarossi rimangono intrappolati, il pianeta si surriscalda e … potrebbe persino esplodere! Naturalmente non è una questione che ci riguarda come generazione, tuttavia….
Sul sistema Terra ci sono due fluidi, l’atmosfera e l’Oceano a ridistribuire l’energia e il calore e rimettere in equilibrio le cose. Se non ci fossero, come per esempio sulla Luna, l’energia dove arriva può solo scaldare, ma non si distribuisce, perciò ci sono temperature che vanno dai meno 100 ai più 100 gradi.
Cos’è l’effetto serra?
E’ un modo di intrappolare una parte dell’energia che viene riflessa da terra, senza farla riuscire fuori dall’atmosfera. La nostra atmosfera è composta in larga parte di azoto (78%) e poi di ossigeno (circa 21%). Per fortuna non contribuiscono all’effetto serra perchè non interagiscono con gli infrarossi, mentre per esempio lo fanno sia l’anidride carbonica che il metano. Per questo si chiamano gas climalteranti: quando acchiappano i fotoni nell’infrarosso non li mollano più…