Per oltre un secolo l’Italia è stata uno dei principali produttori e utilizzatori di amianto e cemento-amianto d’Europa; in particolare di amianto crisotilo, seconda solo all’ex Unione sovietica e prima nell’Unione europea. Sono drammaticamente note le conseguenze dell’utilizzo protratto nel tempo di questo minerale sulla salute, causate dall’inalazione e dall’ingestione delle sue fibre. Nonostante l’impiego di tale materiale venga finalmente bandito nei nuovi manufatti a partire dal 1992, continuano nel tempo le operazioni di bonifica delle aree e degli edifici che ne contengono ancora delle parti e l’impatto socio sanitario, ma pure economico e tecnologico, è quindi particolarmente sentito in Italia.

Con questo evento si è voluto: presentare l’innovativo trattamento proposto di recente con due brevetti, spiegato dagli stessi inventori e da altri esperti; dimostrare come si possono rendere inerti i rifiuti contenenti cemento amianto, rispetto ad altri tentativi di ricerca e inertizzazione del passato; creare dei sottoprodotti innocui che sono minerali silicati già classificati in natura (Fosterite e Larnite); spiegare come il processo di inertizzazione sia irreversibile, definitivo e completo; illustrare la necessità di svolgere ricerche adeguate per provarne la sicurezza per la salute, illustrare come il costo del processo e dell’impianto sia significativamente ridotto e sostenibile. Si prospetta un futuro in cui sia gli interventi di bonifica negli edifici per lo smaltimento di cemento-amianto che la sua inertizzazione possono essere eseguiti in tempi rapidi, ottenendo un materiale da impiegare in vari campi: riciclo e riutilizzo nella industria del cemento, in quella edile e della ceramica, nel settore elettrico per particolari proprietà dei sottoprodotti e In futuro in altri ambiti di alta tecnologia medica e scientifica. Ci sono inoltre ulteriori vantaggi: smaltire con il trattamento nelle discariche esistenti il cemento- amianto che vi è depositato; evitare per il futuro altri stoccaggi inquinanti per l’ambiente e pericolosi per la salute dell’uomo; reimpiegare il materiale inertizzato, ottenuto con il trattamento, con interessanti ricadute economiche e di sviluppo per i territori coinvolti.

L’iniziativa ha il patrocinio di UGIS – Unione Giornalisti Italiani Scientifici e di FAST- Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche; si avvale della collaborazione dell’Associazione Gruppo Atlante 2000 – sezione Toscana e della Regione Toscana; può fare affidamento sulla sinergia scientifica dell’Università di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra, del Laboratorio specializzato in analisi chimiche ambientali di Catania Studio Chimico Ambientale Srl, del Centro di Ricerca sul Cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini di Bologna, realtà che hanno collaborato e continuano ad essere coinvolte per l’analisi dei materiali prodotti con gli inventori dei due brevetti. Ci sono contatti in corso per il futuro con università della Toscana, Emilia Romagna e Veneto.

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